Friday, 1 August 2008

Appunti sparsi di un umanista reo confesso su MG


La Reggia sabauda della Venaria Reale ci accoglie in tutto il suo ritrovato candore. Sembra un grande cigno che dispiega le ali per abbracciare man mano le nostre care MG che sopraggiungono, una dopo l'altra, a formare una parata festosa e multicolore. Potevamo sognare una cornice più degna? E così per molti di noi è l'occasione per fare un tuffo nella storia e rivisitare gli antichi fasti della dinastia sabauda, oltre ad ammirare architetture e fregi che un sapiente e lungo restauro ha saputo riportare in vita.
Rivedo alcuni volti noti, incontro lo sguardo di nuovi compagni di viaggio. Ci si scambia impressioni, battute. Si scherza. E' per me questo il secondo raduno a cui partecipo e mi sono divertito ad osservare gli sguardi, annotare i commenti, registrare le sensazioni, e in qualche modo trovo conferma di quanto già avevo avuto modo di apprezzare durante il precedente raduno. Cioè che, al di là di tutto, è il semplice e genuino entusiasmo di voler stare insieme che ci guida. Noi, gli MG enthusiasts, siamo un piccolo popolo variegato, trasversale, appassionato, che vive del bello, che ama il quality time e forse, più o meno consapevolmente, si confronta con la storia...

La carovana riparte, gli SU sbuffano e il serpentone colorato si snoda, affrontando dopo poco le prime salite che ci porteranno verso le montagne olimpiche. Dopo settimane di pioggia estenuante, penso che siamo letteralmente graziati da una giornata di sole tersa ma decisamente estiva.
C'è poi la sosta a Susa. Un altro momento di relax. Lasciamo riposare un pò i motori e ci portiamo a piedi nel centro storico, dove una guida ci accoglie, rinnovando l'appuntamento con la storia. Sono le antiche vestigia romane ora a fare da sfondo. Ci spostiamo come una scolaresca poco disciplinata, le fila si compongono e si scompongono, e riesco a parlare un pò con tutti. Deve essere in fondo il retaggio dei miei studi umanistici, penso, ma che ci volete fare, io mi aggiro divertito fra i suoni dei vari dialetti e accenti, una tavola di colori dove trovi le tinte calde e sanguigne del romagnolo, i toni vividi del veneto, i pastelli della cortesia piemontese, il verde dell'intercalare lombardo, i bruni del toscano irriverente. Colgo battute e scambio opinioni fra tutti, e penso divertito che in fondo in un piccolo spaccato di umanità come questo si può ancora trovare il cuore vero dell'Italia che vorrei...
Torno al mio amato GT. “Hai notato che a quanto pare siamo l'unico Coupè del raduno?” dico alla mia compagna. Certo, in una giornata come questa non sarebbe male viaggiare “scoperchiati”. Scambiamo saluti fra un tornante e l'altro, fra un auto e l'altra, e poi lungo i sentieri e fra i paesi, dove la gente ha tempo di fermarsi e ti sorride, contenta del fuori programma che irrompe nel ritmo placido della vita di questi paesini di alta quota. Ci siamo noi a spezzare l'incantesimo, con i riverberi delle nostre cromature fresche di polish e lo scoppiettìo degli scarichi.
Arriviamo finalmente a Claviere. L'hotel è accogliente e l'ospitalità foriera di momenti piacevoli. Da lì a poco mi cimento per la prima volta in una prova di regolarità, insieme alla mia fidanzata Caroline. Si vede che siamo pischelli: facciamo tutto con grande impegno, ma poi sul più bello non riusciamo a far partire in modo corretto il cronometro (!). Quanto abbiamo fatto? A che secondo siamo? Accidenti! Pazienza, è stato comunque divertente. Così come vedere le MG più anziane muoversi nervose sul piccolo otto improvvisato nel parcheggio di fronte all'albergo. Sono purosangue che sbuffano e si muovono eleganti e muscolari: una gioia per gli occhi e per le orecchie...

Tutti a tavola! Si va al Gran Bouc, dove c'è Emilio Ferrari ad accoglierci. Scopriamo subito che oltre ad essere uno chef di primordine, è anche lui della famiglia del sacred octagon. La serata scorre allegra, quasi goliardica, fra una pietanza e l'altra e molti bicchieri, e si arriva all'epilogo. Inizia a girare un microfono, Silvio Alberelli ci invita ad esprimere i motivi della nostra adesione al club, le nostre esperienze. Si rivolge soprattutto a noi giovani, alle “nuove leve”. Ed è subito panico: mi occupo da anni di comunicazione, ma ancora non ho risolto la timidezza del public speaching. “Allora Mauro, raccontaci come sei arrivato a far parte della MG Club Italia?”.
Potrei raccontare di come l'ho acquistata all'asta, delle fasi di restauro, di come ho conosciuto l'MG Club attraverso l'entusiasmo contagioso di Silvio stesso, o parlare dei tanti dettagli che fanno di ogni MG un esemplare unico, e indissolubilmente tuo. Invece no, la risolvo con uno slogan. Poche brevi parole. Una sintesi che riassume il senso della mia gratitudine. E cioè che ero mosso dalla passione delle belle auto, ma oggi ho trovato anche delle belle persone.

Mauro De Giorgi

2 comments:

d a v i d e said...
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d a v i d e said...

avresti dovuto dire come ti ho rovinato la vita dicendoti "perche' non vai verso le sette all'angolo di via ... con via...? c'e' una macchina che secondo me ti piace".
e' stato come prendere una acido tagliato col fosforo, male.
12 ore dopo mi telefoni e mi fai "ho vinto un'asta su ebay. Mgb Gt del '65".
da quel giorno sei piu' rincoglionito di me. e sai cos'e' peggio? che la tua caroline ora e' li' ai tuoi stessi livelli, e la mia karin dopo 12 ore di "Goodwood vintage festival of speed", 300 vetture selezionatissime e piu' di seicento foto... mi fa: "senti, ma mentre andiamo via passiamo ancora dal paddock? voglio rivedere ancora un'attimo l'alfa romeo tipo33 stradale".

ste cose non fanno bene.
quando muoio voglio essere cromato