lo aspettavo con ansia, e appena uscito sono andato educatamente al negozio di dischi di fiducia e me lo sono regalato.
la grafica e il digipack sono di quelli che piacciono a noi, semplicemente povero, non ricercato e piuttosto sul bruttino. booklet? no. tre foto in tutto di cui due autoscatti della sua medesima persona, e una di un improbabile alberello di cartone. il vegetale suona una chitarra e canta, ma gli manca un braccio. probabilmente portato via da un bambino ribelle. l'albero e' davanti ad un muro. niente di speciale nel muro. un muro e basta. nell'angolo opposto un piccolo crocchio composto da una microstatuina non meglio identificabile (un monaco?), un minibusto di un uomo barbuto che mi vergogno di non riconoscere, lo storico gatto portafortuna dei ristoranti cinesi (si, quello dorato, con manina semovente), un figurino emaciatissimo e un robottino rosso e dorato.
ma con questo cosa voglio dire? che mentre sentivo il disco facevo tutt'altro. ed e' un peccato.
le melodie sono stupende, e i testi molto piu' ricercati del solito. ma il suono mi e' risultato piu' addomesticato, piu' manieristico.
forse e' solo diventato piu' maturo, e le lontane graffiate di "are you electric" non gli appartengono piu'. non lo so, questo non lo posso dire, sono solo al primo ascolto del disco.
ne merita altri due prima del verdetto finale.
interrompo il post e mi riascolto il disco.
.
.
.
primo
.
.
.
ok, secondo ascolto.
caro vecchio kelley, mi hai conquistato di nuovo.
e' senza dubbio piu' morbido, piu' manieristico, meno coraggioso perche' piu' consapevole.
sempre teneramente sixties, sempre un po' per i fatti suoi mentre nella testa gli ronza ancora qualche pet sound. il songwriting e' piu' maturo, piu' pacato, e il mixaggio esoticamente californiano.
pare che anche questo (terzo) full lenght se lo sia registrato in camera. credo che in camera si trovi allora qualche clavicembalo o qualcosa del genere, e che abbia dei vicini con un livello di sopportazione da ned flanders.
que viva kelley stoltz e i suoi vicini.
http://kelleystoltz.com/
il miglior video a tutt'oggi resta quello di "Ever Thought Of Coming Back"
la grafica e il digipack sono di quelli che piacciono a noi, semplicemente povero, non ricercato e piuttosto sul bruttino. booklet? no. tre foto in tutto di cui due autoscatti della sua medesima persona, e una di un improbabile alberello di cartone. il vegetale suona una chitarra e canta, ma gli manca un braccio. probabilmente portato via da un bambino ribelle. l'albero e' davanti ad un muro. niente di speciale nel muro. un muro e basta. nell'angolo opposto un piccolo crocchio composto da una microstatuina non meglio identificabile (un monaco?), un minibusto di un uomo barbuto che mi vergogno di non riconoscere, lo storico gatto portafortuna dei ristoranti cinesi (si, quello dorato, con manina semovente), un figurino emaciatissimo e un robottino rosso e dorato.
ma con questo cosa voglio dire? che mentre sentivo il disco facevo tutt'altro. ed e' un peccato.
le melodie sono stupende, e i testi molto piu' ricercati del solito. ma il suono mi e' risultato piu' addomesticato, piu' manieristico.
forse e' solo diventato piu' maturo, e le lontane graffiate di "are you electric" non gli appartengono piu'. non lo so, questo non lo posso dire, sono solo al primo ascolto del disco.
ne merita altri due prima del verdetto finale.
interrompo il post e mi riascolto il disco.
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primo
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ok, secondo ascolto.
caro vecchio kelley, mi hai conquistato di nuovo.
e' senza dubbio piu' morbido, piu' manieristico, meno coraggioso perche' piu' consapevole.
sempre teneramente sixties, sempre un po' per i fatti suoi mentre nella testa gli ronza ancora qualche pet sound. il songwriting e' piu' maturo, piu' pacato, e il mixaggio esoticamente californiano.
pare che anche questo (terzo) full lenght se lo sia registrato in camera. credo che in camera si trovi allora qualche clavicembalo o qualcosa del genere, e che abbia dei vicini con un livello di sopportazione da ned flanders.
que viva kelley stoltz e i suoi vicini.
http://kelleystoltz.com/
il miglior video a tutt'oggi resta quello di "Ever Thought Of Coming Back"
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