Tuesday 12 August 2008

ossezia

siamo abituati ad alcuni aspetti di quest'ultima invasione. alcune sono memorie recenti, l'ennesima invasione in nome del petrolio -anche se questa volta e' piu' che altro un controllo su un "rubinetto"-, le parole terroristi e separatisti, etc. altre sono memorie un po' piu' impolverate, tipo guerra fredda, stati uniti VS russia e cosi' via.

non voglio autoeleggermi analista di crisi internazionale o specialista di politiche internazionali, perche' ci pensano i giornali a decidere chi e' degno di questo ruolo -no comment-, quello che mi ha stupito sono gli indubbi elementi di modernita'.
ad esempio: una percentuale schiacciante di utenti londinesi ha la propria dose di informazioni dai giornali gratuiti. e' li che vedo l'icona di puntin con bambino. in prima pagina forti e colorati richiami al gossip, in terza A TUTTA PAGINA la storia di una tenerissima cucciolata di cani pastori ungheresi, e poi, giusto prima delle 4 facciate di gossip un accenno a questa spiacevolezza della guerra. tre foto di carri armati e la suddetta icona. guardo la gente sulla metro. giusto un'occhiata alle pagine che precedono le ultime avventure di amy winehouse (pare ieri notte sia andata a prelevare da un bancomat alle 4 di notte, probabilmente pErCoMpRaReDeLlADrOgA!). il risultato e' un debole brainwashing della serie "c'e un casino, ma se ne sta occupando il buon vecchio vlad". a me viene in mente la parola "faccia tosta" e un governatore della sicilia che trionfa con cannoli e servizi sul telegiornale perche' si e' beccato solamente 5 anni di galera.

ma noi italiani siammo avvezzi a questo tipo di comunicazione con regia -notizie che non sono notizie, politici che non sono politici e puttane che da sotto una scrivania ministeriale hanno conquistato il rispetto di tutti-.
non mi stupisco piu' di tanto.
e' un nuovo aspetto, che fa di questa invasione un'invasione moderna, dannatamente al passo coi tempi. pare che questa calata russa sia iniziata gia' da almeno un mese in territorio telematico. prima di cecchini, fanti e guastatori, sono stati mossi hacker professionisti, che hanno intasato i server governativi georgiani, rallentando e rendendo retrograde le comunicazioni. io lo trovo sensazionalmente contemporaneo. non trovate?


fonte

Saturday 9 August 2008

eqwe project - chiamata alle arti

carlo ha trovato una sceda di memoria di una macchina fotografica sul pavimento di un aereoporto.
uno qualsiasi.

dentro ci trova poche immagini di una donna tristemente felice.
dopo una breve ricerca, appare evidente che non c'e' modo di sapere chi sia. finisce la ricerca e si libera la creativita'. chi era, dov'e' stata, cosa ha fatto, cosa sentisse, sono tutti dettagli che si scollano dalla realta' e diventano sensazioni di chi guarda queste immagini.

raccontaci cosa queste foto ti hanno fatto pensare. raccontalo come vuoi.
un collage di foto, un racconto giallo o un video. un dipinto, un pezzo comico o un fumetto.
racconta di cose che non sai, e poi noi te lo pubblichiamo qui nel blog.

e' una proposta aperta a tutti, non si vince niente, ma lo si vince bene.

guarda tutte le foto qui su flickr.

gaia e il parto delle menti olimpiche


gaja oddone

"le hanno chiamate le olimpiadi tristi, dicono che olimpiadi così "sotto embargo" non si vedessero da quelle del '36, con la riefensthal (sarà scritto sbagliato di sicuro, pardon) che macinava chilometri e chilometri di pellicola per immortalare la perfezione ariana...peccato che un nero l'abbia poi messa nel culo a tutti quanti!
oggi eravamo (eri!) tutti incollati agli schermi, trepidanti, per la cerimonia di apertura... io ne ho visto solo qualche istante, con gli atleti italiani che sfilavano e rossi sorridente che sventolava la bandiera...e gli altri tutti dietro, infagottati in quelle tristi giacche grigine che ricordavano una specie di pallida imitazione di gilbert & george, ma con quell'aria scanzonata che gli italiani, in queste occasioni, riescono ad avere più degli altri. tutti lì con a riprendersi e riprendere, uno addirittura ballava...erano buffi e facevano tenerezza...sono quei momenti in cui ti dimentichi che il tuo paese sta cadendo a pezzi, che il bello rischia lo sfacelo, il buono annaspa e trionfano i soliti noti, con i loro soliti mezzucci.
le olimpiadi tristi. la cina. non sono mai stata in cina. la percezione che ho della cina viene dai ristoranti cinesi, dall'odore di fritto, tutto fritto, sempre fritto e sempre gli stessi piatti, in qualunque posto e in ogni stagione, non cambia mai. a 10 anni sui menù leggevo gli stessi piatti che, molto probabilmente, troverò quando ne avrò 70, posto che a 70 ci arrivi e che decida di andare al cinese. altra percezione della cina, questa più recente, un boom degli ultimissimi anni: i negozi. prima avevano solo le bancarelle, ora hanno aperto anche i negozi. antri polverosi, poco illuminati, con le pareti ricoperte di scaffali straripanti di roba, cianfrusaglie di ogni genere. dal celeste impero all'impero del sintetico. tristi. tristi i negozi, tristi i proprietari. ti guardano con gli occhietti piccoli e seccati, borbottano tra loro, hanno l'aria sporca, un po' ricordano uncle sgroodge (cazzo, si scrive così? l'ho sempre saputo scrivere, ma oggi ho proprio iniziato le vacanze...il primo giorno mi si spegne il cervello, si resetta e il giorno dopo è sfavillante e leggero come non mai).
sono uscita, avevo voglia di camminare. cammino sempre un sacco. giro per la città, me la godo. verso le 6 decido di andare al museo di antichità: "il celeste impero - dall'esercito di terracotta alla via della seta". la volevo vedere e quale momento migliore? il giorno perfetto, le ore perfette. vediamo com'erano, come sono stati, forse un po' lo sono ancora, i cinesi che oggi fanno le olimpiadi tristi."...
(continua nei commenti)

Tuesday 5 August 2008

Endoskeletons by Alon Meron

ci sono degli oggetti di design che mi attirano, mi incuriosiscono e mi fanno sorridere.
poi mi fermo a guardarli, e mi vengono dubbi atroci.

quelli ispirati da questo endoskeleton sono nell'ordine:
- e se io non ho una camera grossa come la hall di un albergo?
- e se per caso volessi usare quella bella luce o quel televisore? i cavi dove li metto? stacco e attacco ogni volta che devo muovere i mobili? le rotelle poi non mi rotellano!
- gia', le rotelle. ce ne saranno una trentina. vorro' pure avere un mobile cui mi posso appoggiare, no? e che faccio? mi chino e le blocco una ad una?

a parte questo l'idea mi ha attratto e fatto sorridere.

Friday 1 August 2008

La mela marcia?


Sono nato a pane e beatles. Provate a immaginare allora lo sconcerto che ho vissuto nell'apprendere alcune teorie non tanto sulla presunta e comunque controversa questione della mortre di Paul McCartney, quanto su un suo coinvolgimento diretto in merito al satanismo (quello vero) e ad alcuni aspetti che si stano delineando davvero sconcertanti.
Per quelli fra di voi che diranno: ah, ma la conosco questa storia, è vecchia, rispondo: Ok allora lascia stare. Significa che non sei pronto per approfondire e che non hai letto con attenzione le mie prime righe. Non sto parlando delle solite voci sulla copertina di Abbey road o altro. Dunque, se hai pazienza e costanza, prosegui nella lettura, se no, puoi fare altro. Per quegli altri invece che non credono a:
1. l'esistenze di forze occulte negative
2. alla potenza di alcuni simboli
3. ai messaggi subliminali ("coincidenze!")...
il mio consiglio resta lo stesso: fai altro.

Ok, per te che hai scelto di proseguire, iniziamo da qui: http://it.youtube.com/watch?v=nlQHoelGzbM&feature=related

Troverai troppo breve e criptico questo clip. Te l'ho detto che devi aver pazienza: prosegui con TUTTI i filmatini che portano lo stesso titolo, arriverai fino a 60 e oltre. alcune cose si ripeterenno, altre le troverai un pò "tirate per i capelli". Ma alla fine avrai la sacrosanta sensazione che ... I conti non tornano più.
Copio alcune informazioni per chi si è perso qualche "puntata" (da VOYAGER):
...Ha suonato a Roma pochi giorni fa per un concerto storico. Mai come in questo suo ultimo Tour mondiale Paul Mc Cartney ha eseguito canzoni scritte quando era uno dei Beatles: "Hey Jude", "Let it be", "Eleanor Rigby", "Michelle", "Yesterday"… Canzoni che hanno segnato la storia della musica e che nascondono alcuni segreti inquietanti. Uno dei quali riguarda direttamente lui... Che ci fa Aleister Crowley, uno dei più sinistri maghi del Novecento sulla copertina del più famoso disco dei ragazzi di Liverpool, "Sgt. Pepper's Lonely hearts club band"? Perché tanti indizi tendono a dimostrare che il vero Paul Mc Cartney morì tragicamente nel 1965? Perché i satanisti guidati da Charlie Manson, gli assassini dell'attrice Sharon Tate e di alcuni suoi amici a scrissero col sangue delle loro vittime i titoli di alcune canzoni dei Beatles sui muri della casa? Come mai canzoni e copertine del gruppo rock più famoso di tutti i tempi sono pieni di simboli esoterici, messaggi subliminali, frasi nascoste, enigmatiche, a volte registrate al contrario? Perché, a ben vedere la produzione musicale di un gruppo generalmente noto per la sua spensieratezza e positività è invece legata strettamente alla morte?

Moltissimi protagonisti della storia del rock hanno avuto a che fare con il mistero, con l'esoterismo e spesso addirittura col satanismo. Ma nel caso dei Beatles il discorso si fa più complicato perché, secondo alcune ricostruzioni, in circa tre anni il gruppo più famoso di tutti i tempi cambiò radicalmente tipo di musica, stile di vita, ispirazioni. E forse anche formazione…

12 ottobre 1969. A Detroit, il disc-jockey Russ Gibb riceve una telefonata anonima: dall'altra parte del filo una voce maschile gli dice che Paul Mc Cartney è morto in un incidente stradale nel 1965 e che, dopo essere stato sostituito da un sosia, tale William Campbell, i tre membri superstiti del gruppo, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, hanno cominciato a seminare nei loro dischi, tracce dell'accaduto. La voce anonima consiglia Gibb a guardare meglio certe copertine dei dischi dei Beatles e ad ascoltare con attenzione i finali di alcune canzoni, in alcuni casi facendole anche suonare al contrario…

Da quel momento scatta un'impressionante caccia ad ogni possibile traccia nascosta nella musica e nelle copertine dei Beatles. Una caccia che si rivelerà incredibilmente ricca e inquietante. Infatti non solo verranno fuori molti indizi che dicono che il vero Paul Mc Cartney era morto ma anche che il gruppo più famoso del mondo aveva conoscenze insospettabili del mondo dell'esoterismo e della magia.

La prima data da ricordare è quella del dicembre 1965. In quel mese esce l'album "Rubber Soul" e un 45 giri con una canzone non compresa nel disco principale: si intitola "We can work it out", cioè "Ne possiamo uscire", oppure "Ce la possiamo fare". Da cosa? C'è chi ha sostenuto che questo brano voleva celebrare il ritrovato ottimismo del gruppo dopo la drammatica perdita di un suo importante membro. Di certo c'è che da questo momento le cose iniziano a cambiare velocemente. I Beatles abbandonano lo stile e le divise degli esordi, non si presentano più vestiti tutti uguali, iniziano a lavorare a un album che segnerà la svolta della loro carriera: "Revolver".

Con "Revolver", uscito nel 1966, le cose cambiano radicalmente. Le canzoni dei Beatles iniziano a presentare suoni mai sentiti prima. E anche i testi, un tempo pieni di Yeah, Yeah, di amori adolescenziali e ottimismo un po' ingenuo, ora hanno temi più cupi, a tratti decisamente inquietanti.

"Revolver" è l'album di canzoni memorabili come "Eleanor Rigby", "Yellow Submarine", "Here, there and everywhere". Ma altre canzoni, contenute in quest'album, presentano evidenti richiami alla morte e all'esoterismo. Ad esempio in "Taxman" George Harrison canta: "Dichiarate i penny che avete sui vostri occhi", un'immagine che richiama l'antica consuetudine - evidente anche sull'uomo della Sindone - di porre sugli occhi dei defunti delle monete. I ritmi rarefatti e angosciosi di "Tomorrow Never Knows", frutto di registrazioni sperimentali assolutamente all'avanguardia per i tempi, sembrano giustificati dal fatto che il titolo della canzone è tratto dal "Libro tibetano dei morti" mentre ancora di morte si parla in "She said, She Said", dove Lennon canta: "Lei disse io so com'è essere morti, Io so cos'è sentirsi tristi…". Riferimenti al misterioso incidente d'auto che avrebbe ucciso il vero Mc Cartney sarebbe anche nella già citata "Taxman" oltre che nella celebre "Eleanor Rigby" dove si parla di un prete - Padre McKenzie - "che prepara il sermone per una cerimonia cui nessuno assisterà". Un riferimento, forse, al fatto che McCartney fu sepolto in tutta fretta e in gran segreto, alla presenza di un certo Padre McKenzie? Ma come anche in altri dischi successivi, anche la copertina di "Revolver" presenta una traccia. Qui infatti Paul è l'unico defilato, addirittura di profilo. Come a dire: non sono più con voi…

Con l'album successivo a "Revolver" le prove della presunta morte di Paul Mc Cartney si moltiplicano insieme ai rimandi esoterici più disparati. Qui, come non mai, è la copertina ad essere letteralmente infarcita di segni che hanno scatenato migliaia di appassionati, contribuito alla nascita di migliaia di siti internet e addirittura ad alcune dotte tesi di laurea…

A sottolineare la loro nuova vena artistica, i Beatles concepirono la copertina di "Sg. Pepper's Lonely Heart's club band", uno degli album più famosi e celebrati di tutta la storia del rock, come un'esplosione di colori e con la citazione di quelle che Ringo Starr definì "le persone che amiamo e ammiriamo". E così, insieme a Stanlio e Ollio, Marlon Brando, Carlo Marx, Bob Dylan e Jane Harlow, ci sono i Beatles prima maniera, tristi e vestiti di nero, lo scrittore noir Edgar Allan Poe e soprattutto il mago satanista Aleister Crowley, profeta dell'uso delle droghe e dell'amore libero. Due attività molto praticate all'epoca nell'ambito delle celebrità rock. In particolare, in questo disco è evidente l'influenza esercitata dalle droghe nella composizione di molte canzoni. Mentre, come dicevamo, la copertina (e anche alcune canzoni con riferimenti, più o meno chiari, al fatale incidente d'auto) è un continuo richiamo alla presunta morte di Paul Mc Cartney. Nella foto principale i quattro musicisti, vestiti di colori sgargianti, hanno ai propri piedi una specie di tomba adornata da fiori gialli posti a forma di chitarra basso a quattro corde, lo strumento suonato da Mc Cartney. Nella stessa foto la testa di Mc Cartney è sormontata da una mano aperto, un simbolo di morte nelle culture orientali. All'interno del disco, un'altra foto mostra sulla divisa da circo di Mc Cartney un distintivo con la sigla OPD: una formula in voga nei paesi anglosassoni per indicare una persona "dichiarata ufficialmente morta": Officially Pronounced Dead. Ma non basta: c'è chi ha avuto l'idea di mettere uno specchio e appoggiarlo perpendicolarmente, sulla gran cassa, tra le parole "Lonely" ed "Hearts". Così facendo compare la scritta "1 One 1" (cioè i tre membri superstiti) e poi "He die": lui è morto. E, guarda caso, la freccia tra "He" e "Die" punta proprio verso Mc Cartney…

Forse non basterebbe un'intera puntata di "Voyager" per raccontare per filo e per segno questa storia. La fantasia di migliaia di investigatori più o meno improvvisati, al lavoro da oltre trent'anni, ha permesso di raccogliere una massa enorme di apparenti riscontri. Alcuni sembrano un po' improbabili, altri invece fanno pensare. Certo i Beatles non si risparmiarono, aumentando di disco in disco i segnali che sparavano che i loro fans avrebbero raccolto. Una speranza che non è andata delusa…

"Con "Magical Mystery Tour", uscito alla fine del 1967, il gioco, se così vogliamo chiamarlo, continua. Nella celebre "Strawberry Fields forever", Lennon avrebbe inserito un nastro alla rovescia in cui si sente la frase "Ho sepolto Paul". Mentre in "I'm the Walrus" riproducendo al contrario una voce di sottofondo si sente dire: "Ha ha, Paul is Dead". Cioè: "Ha ha, Paul è morto". Nella copertina, in una foto interna, Mc Cartney è seduto davanti alla scritta "I was" (cioè "Io ero" mentre, in un'altra, due bandiere sono sulla sua testa, così come usa nei funerali militari. In copertina invece, col solito gioco dello specchio, la parola "beatles" per alcuni poteva diventare un numero di telefono di Londra: 2317438. A lungo, si sostiene, chiamando a quel numero si poteva sentire una voce registrata che diceva: "Ti stai avvicinando". Forse intendeva avvicinarsi alla verità? Chissà…

A parte le indicazioni sulla presunta morte di Mc Cartney, in questi dischi molte canzoni, grazie all'influenza delle droghe, sembrano accennare alla possibilità di raggiungere l'estasi e quindi stadi di conoscenza più elevati. Insomma il "Magical Mystery Tour", il "Misterioso Magico Viaggio" per i Beatles poteva essere fatto anche con mezzi diversi da un variopinto autobus…

Novembre 1968, esce l'unico album doppio dei Beatles. E' il cosiddetto "White Album". Dopo il bianco e nero di "Revolver" e l'esplosione di colori di "Sgt. Pepper's" e "The Magical Mystery Tour"., gli ormai ex ragazzi di Liverpool sembrano voler tornare alla sobrietà: canzoni apparentemente meno elaborate, copertina tutta bianca, nessun titolo. Questa volta basta il solo nome del gruppo: The Beatles. Ma alcuni dei 30 brani del disco hanno rivelato aspetti decisamente particolari. A cominciare da "Revolution Nine", quasi dieci minuti di suoni e parole in libertà in cui John Lennon cerca di ricreare un'atmosfera irreale e cupa, dove la frase "revolution nine" ripetuta ossessivamente, tra voci angosciate, rumori di incidenti e singhiozzi, nasconde un messaggio nascosto. Infatti, ascoltata al contrario anche questa frase produrrebbe ben altre parole: "Turn me on dead man", cioè "Accendimi uomo morto". Mentre in "I'm so tired", alla fine del brano si sente una voce confusa che, ascoltata al contrario, direbbe: "Paul is Dead man: miss him, miss him, miss him!". Cioè "Paul è morto uomo, mi manca, mi manca, mi manca…". E che dire delle canzoni "Piggies" (cioè "Maiali) di George Harrison ed "Helter Skelter" che il satanista e psicopatico Charles Manson e i suoi accoliti ascoltavano rapiti, convinti che quelle, come molte altre canzoni dei Beatles, contenessero dei chiari messaggi dall'aldilà. Nella brutale strage della notte del 9 agosto 1969, quando Manson e i suoi uccisero l'attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, incinta di otto mesi, e quattro suoi amici, in una villa vicino Los Angeles, scrissero sui muri col sangue delle loro vittime, proprio i titoli di quelle due canzoni. E durante il processo che seguì, "Helter Skelter" venne ascoltata più volte in tribunale per cercare le tracce di quei messaggi che Manson affermava di aver capito ed eseguito...

I simboli non sono coincidenze: http://www.psalm9416.com/signsofsatan.htm www.illuminati-news.com/


Paul Mac Cartney leader degli Illuminati ?
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread358780/pg1

Guardate anche le cover dei dischi che ha fatto dopo i Beatles: RAM, Pipes of peace, back in the URSS, l'ultima Chaos & Creation In The Backyard (!) ecc.

Immagino che nessuno qui fino a prova contraria, sia un massone nè un satanista praticante, ma ogni volta che trovate un triangolo, un occhio, un pentagono, una stella (meglio se rovesciata) o una G (meglio se iscritta in un compasso) o dei 6 ripetuti, preoccupatevi o accendete un dubbio nella testolina. Ho uno studio grafico e vi assicuro che NON ESISTONO COINCIDENZE. Anzi, è piuttosto complesso crearli. Ovviamente dovete saperle cogliere: sugli sfondi, unendo dei punti, guardando la cover da lontano ecc. oppure come spiegato nei filmati sopra, con l'uso di specchietti. Se no, non sarebbero esoterici (esoterico = a conoscenza di pochi) nè tanto meno subliminali (sub limine = sotto il limite, sotto la soglia - di percezione, ndr.).
Stessa identica cosa per nomi, backmasking o reverse music o speech, tecniche delle quali i satanisti sono esperti e allenati grazie a simpatici libretti tipo The Book of Law di A. Crowley, che sembra il manuale delle giovani marmotte di Belzebù.

Leggi qui: http://smartfaith.org/sfp-50-everyday-occult-symbols-2-encore/

Continuate a scherzarci su, come facevo io fino a qualche anno fa, fino a quando ho scoperto: logo vodafone (ci sono 3 6 ripetuti e il vecchio slogan "tutto intorno a te" che significa per chi lo sa, che i 6 sono tutti intorno a noi. Notate che ora è "life is NOW, con now in evidenza. New Order World). Fate questo simpatico giochino con i brand più famosi al mondo e scoprirete un sacco di simpatiche cose (numeri, stelline, cornette, triangoli, caproni ecc).
(ma anche il buon ringo non scherza: www.davidicke.com/forum/showthread.php?p=254612

Qualcuno - come sempre - non ci vuole credere o parla di coincidenze. E su questa difficoltà della mente umana di mettere in seria discussione le cose acquisite e date per certe, che LORO si basano. Dite un pò: quanto di voi nell'istante successivo alla visione delle torri gemelle che crollavano, avrebbero creduto ad un complotto, anzichè ai soliti attacchi terroristici?
Ora spero che il dubbio si sia insinuato.
Se non altro non siete ancora morti.

Appunti sparsi di un umanista reo confesso su MG


La Reggia sabauda della Venaria Reale ci accoglie in tutto il suo ritrovato candore. Sembra un grande cigno che dispiega le ali per abbracciare man mano le nostre care MG che sopraggiungono, una dopo l'altra, a formare una parata festosa e multicolore. Potevamo sognare una cornice più degna? E così per molti di noi è l'occasione per fare un tuffo nella storia e rivisitare gli antichi fasti della dinastia sabauda, oltre ad ammirare architetture e fregi che un sapiente e lungo restauro ha saputo riportare in vita.
Rivedo alcuni volti noti, incontro lo sguardo di nuovi compagni di viaggio. Ci si scambia impressioni, battute. Si scherza. E' per me questo il secondo raduno a cui partecipo e mi sono divertito ad osservare gli sguardi, annotare i commenti, registrare le sensazioni, e in qualche modo trovo conferma di quanto già avevo avuto modo di apprezzare durante il precedente raduno. Cioè che, al di là di tutto, è il semplice e genuino entusiasmo di voler stare insieme che ci guida. Noi, gli MG enthusiasts, siamo un piccolo popolo variegato, trasversale, appassionato, che vive del bello, che ama il quality time e forse, più o meno consapevolmente, si confronta con la storia...

La carovana riparte, gli SU sbuffano e il serpentone colorato si snoda, affrontando dopo poco le prime salite che ci porteranno verso le montagne olimpiche. Dopo settimane di pioggia estenuante, penso che siamo letteralmente graziati da una giornata di sole tersa ma decisamente estiva.
C'è poi la sosta a Susa. Un altro momento di relax. Lasciamo riposare un pò i motori e ci portiamo a piedi nel centro storico, dove una guida ci accoglie, rinnovando l'appuntamento con la storia. Sono le antiche vestigia romane ora a fare da sfondo. Ci spostiamo come una scolaresca poco disciplinata, le fila si compongono e si scompongono, e riesco a parlare un pò con tutti. Deve essere in fondo il retaggio dei miei studi umanistici, penso, ma che ci volete fare, io mi aggiro divertito fra i suoni dei vari dialetti e accenti, una tavola di colori dove trovi le tinte calde e sanguigne del romagnolo, i toni vividi del veneto, i pastelli della cortesia piemontese, il verde dell'intercalare lombardo, i bruni del toscano irriverente. Colgo battute e scambio opinioni fra tutti, e penso divertito che in fondo in un piccolo spaccato di umanità come questo si può ancora trovare il cuore vero dell'Italia che vorrei...
Torno al mio amato GT. “Hai notato che a quanto pare siamo l'unico Coupè del raduno?” dico alla mia compagna. Certo, in una giornata come questa non sarebbe male viaggiare “scoperchiati”. Scambiamo saluti fra un tornante e l'altro, fra un auto e l'altra, e poi lungo i sentieri e fra i paesi, dove la gente ha tempo di fermarsi e ti sorride, contenta del fuori programma che irrompe nel ritmo placido della vita di questi paesini di alta quota. Ci siamo noi a spezzare l'incantesimo, con i riverberi delle nostre cromature fresche di polish e lo scoppiettìo degli scarichi.
Arriviamo finalmente a Claviere. L'hotel è accogliente e l'ospitalità foriera di momenti piacevoli. Da lì a poco mi cimento per la prima volta in una prova di regolarità, insieme alla mia fidanzata Caroline. Si vede che siamo pischelli: facciamo tutto con grande impegno, ma poi sul più bello non riusciamo a far partire in modo corretto il cronometro (!). Quanto abbiamo fatto? A che secondo siamo? Accidenti! Pazienza, è stato comunque divertente. Così come vedere le MG più anziane muoversi nervose sul piccolo otto improvvisato nel parcheggio di fronte all'albergo. Sono purosangue che sbuffano e si muovono eleganti e muscolari: una gioia per gli occhi e per le orecchie...

Tutti a tavola! Si va al Gran Bouc, dove c'è Emilio Ferrari ad accoglierci. Scopriamo subito che oltre ad essere uno chef di primordine, è anche lui della famiglia del sacred octagon. La serata scorre allegra, quasi goliardica, fra una pietanza e l'altra e molti bicchieri, e si arriva all'epilogo. Inizia a girare un microfono, Silvio Alberelli ci invita ad esprimere i motivi della nostra adesione al club, le nostre esperienze. Si rivolge soprattutto a noi giovani, alle “nuove leve”. Ed è subito panico: mi occupo da anni di comunicazione, ma ancora non ho risolto la timidezza del public speaching. “Allora Mauro, raccontaci come sei arrivato a far parte della MG Club Italia?”.
Potrei raccontare di come l'ho acquistata all'asta, delle fasi di restauro, di come ho conosciuto l'MG Club attraverso l'entusiasmo contagioso di Silvio stesso, o parlare dei tanti dettagli che fanno di ogni MG un esemplare unico, e indissolubilmente tuo. Invece no, la risolvo con uno slogan. Poche brevi parole. Una sintesi che riassume il senso della mia gratitudine. E cioè che ero mosso dalla passione delle belle auto, ma oggi ho trovato anche delle belle persone.

Mauro De Giorgi