Monday, 19 May 2008

charlatans @ kentish town forum

quel che c'e' veramente di buono nello stare a londra, e' che poco a poco sto riuscendo a vedere tutti i gruppi che hanno significato qualcosa per me.
cosi' dopo i sebadoh sono riuscito finalmente a godermi un concerto dei charlatans. pergiunta aggratis, che non fa mai male. no, non era gratis per tutti, ragazzi.
questa e' londra. a gratis riesci a vedere solo il cambio della guardia a buckingham palace.
allora: mettiamo subito le cose in chiaro. i charlatans spaccano il culo.
senza se e senza ma.
ne "ah" ne" bah".
sono davvero una delle ultime rock band vecchio stile. una di quelle band che ti godi anche se non conosci i pezzi, e anche quando non sono tanto ballabili. loro stanno sul palco come si deve. senza saltellare, senza strafare, ma senza arroganza, senza supponenza. sono una potenza e lo vedi ad ogni nota. una signora tipo margherita hack (senza scherzi) stava al mixer come mia nonna sta ai fornelli, e con la stessa maestria ha tirato fuori i migliori suoni live che abbia sentito da molto tempo. tutto e' stato perfetto, pubbico incluso. neanche a dirlo erano inglesi sbronzi sulla trentina. ma nessuno con la voglia di fare altro che godersi il concerto. e' cosi' e' stato. pezzo dopo pezzo. scaletta perfetta. pubblico cullato e pompato fino allo spasmo dei pezzi piu' storici e conosciuti, suonati come si deve. senza un naturale noia, comprensibile dopo quasi vent'anni di ripetizione. eh si perche' "the only one I know" ha cambiato per sempre la musica inglese nel lontano maggio del '90. ragazzi, nel 1990. roba da non credere.
tim burgess sembra non averne mai abbastanza dei suoi movimenti lenti e compassati. arringa la folla col movimento di una mano. il modo unico con cui tiene il palco e' del tipo "non me ne frega niente che siate qua, ma siamo ancora tutti qua, cazzo. tutti insieme, noi e voi. e ci becchiamo quest'orda melodica di suono".
fantastico. non mi aspettavo tanto da loro. al di sopra di ogni aspettativa. d'altra parte suonavano in casa. un concerto poco pubblicizzato, in un locale fuori dai grandi riflettori, che adesso sono tutti puntati su giovanotti i cui nomi si sciolgono nelle nostre memorie dopo pochi mesi.
piccolo trivia. il vostro beneamato quipresente, era stato invitato a prendere parte alle riprese del video dell'ultimo singolo "oh vanity" con la propria dolce meta'. a me ste cose non sono mai interessate, e sinceramente non ho il caschetto postbeatnik d'ordinanza. quindi ho deciso di non bigiare un giorno di lavoro. ma nel video, chi li ha visti dal vivo, potra' riconoscere gli hatcham social che ballano.

anche i charlatans hanno rilasciato l'ultimo disco in download gratuito su internet, lo trovate qui. scaricatelo, ne vale la pena.
allego i soliti video delle balle fatti col telefonino. mi dispiace per la qualta', ma d'altra parte, se volete sentire i pezzi, ascoltatevi il disco!



Friday, 9 May 2008

persepolis

con qualche mese di ritardo rispetto all'italia, anche qui a londra e' arrivato persepolis.
ho pensato che fosse il caso di andarlo a vedere con un mio amico/collega iraniano che mi preoccupa alquanto. per farla breve, e' estremamente a favore dell'attuale governo in iran, noncurante delle copiose pene di morte inflitte a gogo e racconta con innocente sorriso che sua zia e' scomparsa da ormai quasi venti anni. pare sia ancora dentro... ma tant'e'... e' un prezzo piu' che onesto da pagare.
insomma, lo invito a venire al cinema, sperando di aprire un piccolo dibattito dopo.
il film lo diverte, ma il commento e': "beh si, qualcuno la vede cosi', ma la protagonista arriva da una famiglia aristocratica, lo dice all'inizio. e' ovvio che non puo' parlare bene dell'attuale governo."
il suddetto ragazzo vive a londra da otto anni, sta con una ragazza svedese, e veste all'ultima moda indie.
ora, io mi domando e dico. ma se stare qui per tutti questi anni, cercare fisicamente di michiarsi con il nostor mondo, vivere con una ragazza svedese, e una testimonianza come quella di marjane satrapi non riescono ad aprire una porta, un dibattito. come ci si puo' riuscire? conosco altri iraniani e sono quasi tutti incazzati e determinati.
vorrei solo sapere quale' la vera maggioranza.
hanno una storia antichissima e non voglio credere che una rivoluzione islamica fatta vent'anni fa con fucili e munizioni "gentilmente offerte" da nazioni straniere possa davvero cancellare tutto nella mente di un popolo.
ho intenzione di approfondire l'argomento qui su questo blog. spero di riuscire a fare una piccola indagine degna di questo nome.

sebadoh @ koko

due giorni fa ho visto live una di quelle band che non credevo avrei mai visto live. se avete letto il titolo del post, avete capito di chi parlo, quindi non mi ripeto.

credo fosse l'ottobre del '96.
in tasca ventimila lire.
" 15 anni gia' " come dicevano i tre allegri ragazzi morti.
un mangiacassette rubato alla mamma macinava i pavement con un ronzio confortante e nessuna ragazza per la testa.
a scuola odiavo pressoche' tutti, poca sorpresa visto che andavo dai gesuiti, e quell'anno del liceo avrei poi dovuto vederlo due volte. poco male visto che il 1996 e' a tutt'ora l'anno piu' impressionante che mi sia capitato di vivere. e parlo di uscite discografiche.
davanti al cancello non rallento e tiro dritto. non capita tutti i giorni che mi madre mi molla in anticipo i soldi del pranzo per i prossimi 4 giorni, cosi' decido di capitalizzarli.
prendo il bus (55) e scendo in piazza castello. mio fratello mi ha detto che c'e' un negozio in centro che vende bella musica, senza specificare dove sia o come si chiami. io non chiedo di piu'. penso che tanto lo trovo.
cammino.

incappo in un negozio in via po. pieno di cazzatine punk, spille, scarpe e facce di imbecilli metallari alle pareti. varco la soglia e so che mi avrebbero trattato male, forse per via del nome del negozio, molto aggressivo e in tema: "video&music".
faccio il sostenuto e dall'alto del mio scassato paio di airwalk quelle vecchievecchie vado dritto dalla cassiera. una specie di bovino tipo fashion punk '77 "con la merda in faccia" (cfr. Vinz Vega).
le chiedo con l'aria di quello che va di fretta: "scusa, non ho tempo di guardare, mi dici cosa avete dei pavement?"
lei mi fredda: "prova sotto la P".
niente sotto la P, vado alla S per swervedriver, e trovo harmacy di questo gruppo col nome strano, sebadoh. amore a prima vista. mai una copertina e' stata cosi' onesta e aderente al contenuto. you get what you see, you see what you get.
taglio corto: compro il disco, una botta di soldi (diciottomilalire perche' era d'importazione... no comment). il disco lo ascolto ancora adesso, e spesso. soldi ben spesi.
fine della storia.

questo post da diventando davvero troppo lungo. i sebadoh sono in tour adesso. e' ovviamente una reunion per tirar su quattrini, ma ne vale la pena. si vede che sono ancora contenti di suonare e partecipi dei pezzi. portano in tour bubble & scrape, non il mio disco preferito, ma il piu' epocale della discografia. porta dentro tutti i concetti "post" che hanno reso gli anni novanta degni di memoria storica. postpunk, post rock, post folk.
i tre uomini sul palco si alternano a basso, chitarra e voce, e ognuno di questi sembra incarnare una di queste sfaccettature. io tra le altre cose sono notoriamente entusiasta post rocker, ma in questo caso la sfaccettatura che preferisco e' il post folk di lou barlow. e' l'unico che suona la chitarra acustica, e con un suono distorto da far tremare i muri. davvero, non credevo fosse possibile ottenere un suono del genere da una chitarra acustica.
pazzesco.
ecco i soliti videoclip del menga che riesco a fare con il cellulare.





Thursday, 8 May 2008

nine inch nails - the slip

e' incredibile come la comunicazione sia padrona delle nostre vite.
i radiohead decidono di farci pagare quanto vogliamo per il loro disco e sono sulla bocca di tutti, i coldplay regalano un singolo per una ventina di giorni, e si aprono dibattiti sui giornali e ne senti parlare alla fermata della metro. i nine inch nails regalano l'intero disco, e nessuno se ne accorge.

ora.
non che io stia mettendo questi tre gruppi sullo stesso piano, diononvoglia. pero' i nine inch nails restano una band importante. the fragile nel bene o nel male e' stato un disco che ha fatto parlare di se' nel lontano 1999.
the slip e'uscito silenziosamente il 21 di aprile e nessuno sembra essersene accorto.
alla fine dei conti e' il tipico disco dei NIN, credo vada sotto la casella "industrial rock". i suoni che riescono a creare sono tra i piu' duri mai usciti da un disco "ascoltabile" e ognitanto risultano "troppo". nelle foto in studio imbracciano addirittura una kramer, e io quando vedo suddette chitarre mi devo per forza girare dall'altra parte.
ciononostante il disco continua a girare nella mia testa, e quando si avvicinano ad un buon vecchio stoner come in ecoplex le mie dita cercano il tasto "repeat".
comunque.
e' gratis.
scaricatelo.
qui.

Wednesday, 7 May 2008

andrew bird @ indigo2

solvay di andrew bird e' una delle mie canzoni preferite di sempre e su disco lui non mi ha mai deluso, percio' sono andato di buon cuore al concerto. il gruppo spalla era uno delle solite formazioni indie-naif-floreali descritte nel post sui frightened rabbit, con tanto di tastierista romantico/trasognata. anonimi, seppur nella loro venatura american folk.
il buon vecchio andrew si presenta sul palco da solo, con un gilet, un violino e una chitarra. sul ragionevolmente grande palco dell'indigo2 faceva una certa impressione. inizia a inanellare campionamenti col violino e a costruire melodie mattone su mattone. la sua voce impasta tutto ad arte e l'effetto e' struggente, profondissimo. di tanto in tanto lascia il violino e prende una 335 caldamente distorta e colora intimi folk.
ma allora perche' me ne sono andato mentre ancora stava suonando?
forse perche' tutto cio' non bastava a colmare il grande vuoto lasciato dall'assenza di tutti gli strumenti usati nei dischi, forse perche' i campionamenti raramente diventavano parte integrante dello svolgimento della canzone e dopo un'ora buona di concerto, questi problemi diventano piuttosto gravi. sono comunque contento di averlo visto dal vivo, e forse la prossima volta, con un'aspettativa piu' misurata, sapro' apprezzare di piu' il concerto. senza aspettare l'apertura in ogni pezzo.



Tuesday, 6 May 2008

London, Aug 2007
d a v i d e